VIETATO FUMARE
IN tutti i luoghi di lavoro, è regolato dalla
legge 3/2003, conosciuta come Legge
Sirchia, entrata in vigore il 10 gennaio 2005.
Questa legge vieta il fumo in tutti i locali chiusi,
compresi quelli dove si svolge l'attività lavorativa di una badante, a meno che non siano
presenti aree appositamente dedicate ai fumatori, e non aperte ad altri.
In dettaglio:
La Legge Sirchia, all'articolo 51,
estende il divieto di fumo a tutti i locali chiusi, inclusi quelli dove le badanti svolgono il loro lavoro, sia pubblici che privati.
Il datore di lavoro può vietare di fumare?
Sì, il datore di lavoro può vietare di fumare nei luoghi di lavoro. Il divieto di fumo nei luoghi di lavoro è sancito dall'art. 51 della Legge 3/2003, che mira a tutelare la salute dei lavoratori dal fumo passivo. Questa legge stabilisce che è vietato fumare nei locali chiusi, inclusi quelli adibiti a luoghi di lavoro, con alcune eccezioni per i locali privati non aperti al pubblico o quelli espressamente riservati ai fumatori e contrassegnati come tali.
Dove non si può fumare all'aperto?
Divieto di fumo all'aperto (in Italia)
Quando è vietato fumare all'aperto?
Da oggi 19 gennaio 2021 è vietato fumare, oltre che nei luoghi chiusi, anche all'aria aperta se ci sono altre persone nel raggio di 10 metri
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È la novità introdotta dal "Regolamento per la qualità
dell'aria" approvato il 19 novembre 2020 a Palazzo
Marino. A far data dal 1° gennaio 2025 -
si legge all’art. 9
del Regolamento della qualità dell’aria approvato dalla giunta del sindaco Sala - il divieto di fumo sarà esteso a tutte le aree pubbliche o ad uso pubblico, ivi incluse le
aree stradali, salvo in luoghi isolati dove sia possibile il rispetto della distanza di almeno 10 metri da altre persone.
Giuseppe Sala, si ricorda, era stato fra i sindaci interpellati dalla Fondazione Umberto Veronesi, nel 2016, per la campagna “Città libere dal fumo”. Ai primi
cittadini neoeletti era stato proprio chiesto di impegnarsi ad estendere le “aree smoke-free” nelle loro città.
Per mantenere fede agli impegni presi, adesso un nuovo divieto si aggiunge a quello introdotto nel 2021 e che già impedisce di fumare nei seguenti spazi:
aree attrezzate destinate al gioco, allo sport o alle attività ricreative dei bambini;
Ora, con l’arrivo dell’anno nuovo, il bando al tabacco si estenderà a tutte le aree pubbliche: resta concessa
solo la sigaretta “in solitaria” e a distanza di sicurezza, almeno 10 metri. Per i trasgressori sono previste multe che vanno dai 40 ai 240 euro. Dal divieto restano
ragionevolmente escluse le sigarette elettroniche: nel regolamento del 2021, infatti, non si parla di sigarette elettroniche, non producendo le stesse combustione e, dunque, non emettendo monossido
di carbonio né essendo presente catrame.
La misura del divieto si colloca nell’ambito del processo di
esecuzione del Piano Aria Clima. Questo documento era stato approvato con deliberazione del Consiglio comunale n. 4 del 21/02/2022, con l’obiettivo di ridurre della metà le
emissioni di CO2 entro il 2050.
Da quando non si può fumare all'aperto 2023?
Stop all'uso di tutti i tipi di sigarette all'aperto in presenza di altre persone.
Roma, 6 marzo 2023 – E' in arrivo una nuova stretta sul fumo da sigaretta, anche quella elettronica e anche all'aperto.
Il datore di lavoro, in questo caso il datore di lavoro della badante, ha la responsabilità di far rispettare il divieto, e la badante stessa è tenuta ad osservarlo.
Sono previste sanzioni sia per chi fuma in violazione del divieto che per il datore di lavoro che non si adopera per farlo rispettare.
Questo divieto si applica a tutti i luoghi di lavoro, compresi gli ambienti domestici dove le badanti operano, e non solo agli uffici o locali aperti al pubblico.
In pratica, una badante non può fumare all'interno della casa del datore di lavoro, a meno che non vi
sia un'area appositamente adibita a fumatori, e il datore di lavoro deve garantire che ciò avvenga nel
rispetto della legge.
Il datore di lavoro ha l'obbligo di far rispettare il divieto di fumo e può adottare provvedimenti disciplinari nei
confronti dei lavoratori che lo violano.
Inoltre, il datore di lavoro deve valutare i rischi di esposizione al fumo passivo e adottare le misure necessarie per
eliminarli o ridurli, come ad esempio predisporre locali per fumatori che rispettino i requisiti tecnici previsti.
Sanzioni:
La violazione del divieto di fumo può comportare sanzioni sia per il datore di lavoro che per i lavoratori, come
previsto dal Decreto Legislativo 81/2008 (Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro). In particolare, il datore
di lavoro può essere sanzionato se non valuta il rischio di esposizione al fumo passivo, non segnala il divieto di
fumo o consente ai lavoratori di fumare in ambienti non idonei.
I lavoratori possono essere sanzionati se
trasgrediscono il divieto di fumo negli ambienti in cui è proibito.
Sigarette elettroniche:
Il Ministero del Lavoro ha chiarito che, sebbene il divieto di fumo riguardi principalmente i prodotti a base di tabacco, è comunque consigliabile che il datore di lavoro valuti i rischi legati all'uso di sigarette elettroniche e, se necessario, adotti misure per eliminarli o ridurli, anche attraverso specifiche politiche aziendali che vietino l'uso di tali dispositivi negli ambienti di lavoro.
In sintesi:
Il datore di lavoro ha il potere di vietare il fumo nei luoghi di lavoro,
non solo per ottemperare alla legge, ma anche per tutelare la salute dei dipendenti, e può adottare provvedimenti disciplinari per chi non rispetta il divieto. È importante che il datore di lavoro valuti anche i rischi legati all'uso di sigarette elettroniche e adotti le misure necessarie.
In questa sezione vi teniamo aggiornati sulle novità di associazione badanti Friuli Veneto assistenza famigliare.