Associazione badanti colf domestiche - Friuli Venezia Giulia e Veneto organizzazione No Profit
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anche le badanti come tutti devono presentare la DICHIARAZIONE dei REDDITI, il 730

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Riforma IRPEF 2025
 
zero tasse fino a 8500€
 
 
 
NOTA: il datore di lavoro della badante non è una impresa, è una persona fisica, un privato cittadino, non è un SOSTITUTO D'IMPOSTA e pertanto non trattiene dallo stipendio l'aliquota IRPEF, le tasse direttamente dallo stipendio e pertanto la badante da sola deve presentare la DICHIARAZIONE DEI REDDITI, tramite il CUD rilasciato dal datore di lavoro e provvedere al pagamento delle imposte sui REDDITI di LAVORO DIPENDENTE, OVVIAMENTE DAL cud DOVRANNO VENIR DETRATTE LE SPESEche la badante ha sostenuto nell'arco dell'anno.
 
nuovo quoziente familiare, agevolazioni redditi bassi: ecco tutti i vantaggi
• Fisco - 12/12/2024 - DOTT. CLAUDIO GARAU 
da BROCARDI
 
Irpef, no tax area, detrazioni e non solo. Scopriamo cosa cambierà il prossimo anno, sul piano fiscale, per i cittadini. Novità e obiettivi del Governo
 
Cosa cambia nel Fisco italiano con l'arrivo del 2025? Questa è una domanda che si pongono milioni di cittadini, nella speranza di giovarsi di detrazioni fiscali più convenienti e di un allentamento della pressione derivante da imposte come quella sui redditi delle persone fisiche.
 
Nel Collegato fiscale al testo della manovra, oggi convertito in legge, troviamo anzitutto la conferma della riforma Irpef 2024. A partire dal prossimo anno, quindi, il meccanismo di questa imposta sarà caratterizzato - in modo strutturale – dai tre scaglioni di reddito e dalle tre aliquote progressive, già viste a partire da quest'anno:
 
NOTA:  le badanti, di norma, non superano mai la soglia minima dei €28,000 di reddito per cui dalle            € 8,500 di debbono sommare le spese mediche, dentista, oculista, medicine....tutte le spese documenate e PAGATE con la CARTA CREDITO o BONIFICI, spese TRACCIABILI  
 
       • 23% per redditi fino a 28.000 euro;
      • 35% per redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
      • 43% per redditi oltre 50.000 euro.
 
Il nuovo assetto, come è noto, mira a rendere più equo e a semplificare il sistema tributario, ma anche a ridurre la pressione o carico fiscale sui contribuenti, favorendo in particolare i redditi medi e bassi e stimolando consumi e potere d'acquisto. Al contempo, un sistema più chiaro e meno oneroso intende contrastare più efficacemente l'evasione fiscale, incrementando - di fatto - la base imponibile per il maggior reddito emerso.
 
Nel 2025, inoltre, avremo ancora la no tax area per pensionati e lavoratori subordinati, vale a dire una fascia di esenzione fiscale, rivolta ai contribuenti che incassano redditi fino al limite di 8.500 euro annui. La manovra 2025 conferma e rende strutturale altresì l'impatto in busta paga del taglio del cuneo fiscale.
 
Ma sostanziali novità per i contribuenti riguarderanno anche le detrazioni. Il Governo ha, infatti, inteso riordinarle tramite una stretta che - da un lato - penalizzerà i redditi più consistenti e, dall'altro, metterà in primo piano il nuovo meccanismo del “quoziente familiare”. Anche al fine di contrastare la crisi demografica, l’obiettivo è redistribuire più equamente l'agevolazione fiscale in oggetto, supportando soprattutto le famiglie numerose e i redditi più bassi.
 
 
 
Ecco perché le nuove norme fiscali irrigidiscono il calcolo delle detrazioni, per coloro che hanno un elevato reddito annuo. Dal 2025 - per i contribuenti con redditi tra 75.000 e 100.000 euro annui - l’ammontare massimo detraibile sarà corrispondente a 14.000 euro, mentre per chi oltrepasserà i 100.000 euro annui il tetto calerà a 8.000 euro. Su tale limite inciderà altresì la composizione del nucleo familiare, in virtù di uno specifico meccanismo - il citato quoziente familiare - con coefficienti atti a favorire le famiglie con più figli o con disabili a carico.
 
Lo scopo è favorire una maggiore equità fiscale, eliminando il vantaggio sproporzionato che i redditi alti hanno avuto finora, nel poter detrarre consistenti somme. Nessuna restrizione varrà, invece, con riferimento alle detrazioni per spese sanitarie, per le quali continueranno ad applicarsi le regole attuali.

 

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